Il dottor Evans è uno dei migliori neurochirurghi d’America, ma è prima di tutto un padre. Una sera, tornando a casa dal lavoro, si accorge subito che qualcosa non va. L’abitazione è vuota. Sua figlia Julia, sette anni, è scomparsa. Nel giro di poco, l’uomo si scopre vittima di un ricatto terrificante: se il suo prossimo paziente uscirà vivo dalla sala operatoria, la sua bambina morirà per mano di uno psicopatico. E il suo prossimo paziente non è un uomo qualunque: la persona che Evans deve uccidere se vuole rivedere sua figlia è il presidente degli Stati Uniti. Alla fatidica operazione mancano soltanto sessantatré ore, sessantatré ore che potrebbero cambiare il destino di milioni di persone. Inizia così un disperato conto alla rovescia. Fino a che punto si può arrivare per salvare una persona amata? Con la consueta maestria, Gómez-Jurado dà vita a un nuovo, avvincente intrigo che conquista il lettore a partire dalle prime pagine senza lasciargli più un attimo di tregua. Un ritmo frenetico, un senso dell’umorismo unico, una trama perfettamente congegnata: Juan Gómez-Jurado è tornato.
Sessantatre ore. E’ questo il tempo che a disposizione di Dave Evans, uno dei più prestigiosi neurochirurghi d’America, per prendere una decisione che, comunque la si veda, avrà esiti esiziali per il suo futuro. Sua figlia Julia, infatti, è stata rapita da uno psicopatico che si fa chiamare Mr.White (figura ricorrente nei romanzi dello spagnolo), il quale, in cambio della liberazione della bambina, pretende che Evans uccida, durante una delicata operazione programmata, il suo prossimo paziente: il Presidente Degli Stati Uniti. Inizia così una lotta contro il tempo, in cui il chirurgo, aiutato dalla cognata Kate, un agente dell’FBI, da sempre segretamente innamorata di lui, dovrà riuscire a salvare la sua piccola ed evitare di commettere l’eclatante omicidio.
Chi conosce Juan Gomez-Jurado, sa esattamente cosa aspettarsi dallo scrittore iberico, che non sbaglia mai un colpo, tenendo il lettore incollato alle sue storie fino all’ultima pagina. Non fa eccezione Il Paziente, adrenalinico thriller, avvincente e ricco di colpi di scena, che porta la sua trama serratissima all’interno delle mura di un ospedale.
In tal senso, come di consueto, stupisce la meticolosità con cui Gomez – Jurado costruisce l’intreccio. Se La Cicatrice approfondiva il tema dei reati informatici e delle startup, ne Il Paziente si viene catapultati nel mondo della neurochirurgia, descritto con una dovizia di dettagli e approfondimenti tecnici, che viene da dubitare che lo scrittore non sia a sua volta un medico e non un romanziere.
Il ritmo è alto, ma non mancano, tuttavia, digressioni che servono a dare sostanza ai personaggi, anche a quelli di contorno (la moglie di Evans, Rachel, deceduta per le conseguenze di un brutto male, e l’irascibile padre di lei, Jim), e la prosa è come sempre ricca, mai banale, e attraversata da un filo di cinico umorismo, a suo modo unico.
Se è vero che il tema del rapimento, come sviluppato ne Il Paziente, non è originalissimo ed è oggetto di molti romanzi e film simili, è altrettanto vero che Gomez-Jurado riesce a tenersi lontano dal prevedibile, innescando un filotto di colpi di scena al cardiopalma e chiudendo la storia con un finale che ribalta, in parte, il convincimento che il lettore si è formato nel corso del romanzo.
Da leggere tutto d’un fiato.
Blackswan, giovedì 09/05/2024
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