lunedì 25 agosto 2025

Joe Bonamassa - Breakthrough (Provogue, 2025)

 


Anche per un fan come il sottoscritto, riuscire a ricordarsi tutti gli album pubblicati da Joe Bonamassa è una vera e propria impresa. Tra dischi solisti, live, collaborazioni (Beth Hart) e progetti paralleli (Black Counry Communion) dovremmo essere sulla cinquantina, disco più, disco meno. Di sicuro, a parte qualche live (ne ha rilasciati davvero tanti) che potremmo definire superfluo, è davvero difficile trovare in cotanta discografia un disco che non sia all’altezza della fama che il chitarrista newyorkese si è costruito con tanta caparbietà.

Arrivato alla soglia del mezzo secolo di vita, lui che a dodici anni aveva aperto per BB King e ha calcato i palchi di tutto il mondo condividendoli con i più grandi musicisti blues, Bonamassa potrebbe vivere di rendita (letteralmente) e adagiarsi su proficui allori. E invece, no. Il buon vecchio Joe è ancora mosso dallo stesso entusiasmo degli esordi. Non importa quanto sei diventato bravo e famoso. Quello che conta è la prossima scintilla, il prossimo fuoco da appiccare, la prossima emozione, la prossima montagna da scalare, la prossima canzone da scrivere. Alzare sempre l’asticella, non accontentarsi mai, vivere la musica come aria che si respira, come gioiosa necessità, per sentirsi vivo, per rendere felici gli altri.

Ci sono pochi artisti oggi che incarnano lo spirito di perseveranza come lo fa Joe Bonamassa. Per oltre trent'anni, ha percorso una lunga strada, da adolescente prodigio a uno dei più vitali ambasciatori del blues-rock dell'era moderna. E ora, con l'uscita di Breakthrough, il chitarrista è qui a ricordarci perché è fra i più grandi di sempre e perché pubblicare nuovi dischi continua ad avere un senso.

L’album offre tutto ciò che i fan potrebbero aspettarsi dalla visione moderna del chitarrista, grazie a un'eclettica fusione di stili che incontra la magistrale produzione di Kevin Shirley, una focosa band di supporto, ritornelli orecchiabili intrisi di gospel e un eccezionale lavoro di tastiere. Tuttavia, laddove i precedenti e ottimi Road To Redemption e Time Clocks esploravano temi più impegnativi come la mortalità e il peccato, Breakthrough li supera in bellezza, a cagione di un contagioso senso di ottimismo e di una tracimante ondata di energia. Un disco solare, dunque, e leggermente più rock, e in tal senso decisamente più accessibile rispetto ad alcuni precedenti lavori. Ciò detto, le canzoni restano tutte di ottimo livello, riff e assoli fondono potenza, misura e fantasia, e Bonamassa compie l’ennesimo passo avanti come cantante (prova vocale convincente e senza sbavature).

La title track apre il disco spaccando le casse: il tiro è pazzesco, una torrida miscela di blues, rock, funky abbraccia il gospel in un connubio esaltante. E’ Bonamassa al meglio, che suona classicissimo rispetto ai suoi standard, ma con quella fremente carica elettrica che rappresenta il plus di un album praticamente perfetto. Un’intensità esplosiva esibita con orgoglio nella carica a testa bassa di "Trigger Finger", poderosa linea di basso e un riff alla Rory Gallagher che ringhia senza posa, nella spavalderia ciondolante a la Stevie Ray Vaughn di "I'll Take The Blame" o nell’allegria contagiosa "Still Walking With Me".

E quando in "You Don't Own Me", Joe cita Led Zeppelin e Ac/Dc con furente trasporto, rivendicando l’orgoglio di grande musicista in faccia ai soliti tromboni dell’ortodossia (“Don’t Tell Me How To Play The Blues”), è quasi inevitabile che parta un desiderio irrefrenabile di headbanging.

Non mancano come di consueto le ballate, qui magistralmente rappresentate da Broken Record, un malinconico blues gospel graffiato da un assolo stellare, o nell’atmosfera cinematografica dell’intensa "Life After Dark".

Breakthrough è un disco di musica senza tempo, che esplode di gioia di vivere, di fremente elettricità e di magnetismo, attraverso un raffinato ed eclettico lavoro di scrittura che affianca a ritmi funky, velluto gospel e trascinanti sequenze chitarristiche, ritornelli di spavalda immediatezza e un'affascinante lucentezza sonora che non fa prigionieri. Uno degli apici della carriera di Bonamassa.

Voto: 8

Genere: Rock, Blues 

 


 

 

Blackswan, lunedì 25/08/2025

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