Find El Dorado, secondo album di cover di Paul Weller, dopo Studio 150 del 2004, è un disco fortemente voluto dal modfather per omaggiare artisti che hanno contribuito a influenzare la sua parabola artistica. Weller ha optato per una scelta saggia, individuando brani per la maggior parte poco noti al grande pubblico. Il risultato è un album che suona, quindi, molto meno ovvio di quanto un album di cover potrebbe suonare Alla scaletta dà lustro lo storico collaboratore di Weller e chitarrista solista degli Ocean Colour Scene, Steve Cradock, che ha prodotto e arrangiato le canzoni (a parte gli archi curati da Hannah Peel), oltre a comparire in tutti i brani, alle prese con diversi strumenti.
Fatta
questa doverosa premessa, il disco inanella una serie di chicche
davvero interessanti, canzoni interpretate con il consueto gusto e
personalità, tanto da sembrare un progetto nuovo di pacca dello stesso
Weller.
Il primo estratto dall’album è stata la straordinaria reinterpretazione del brano del 1969 dei Guerrillas, "Lawdy Rolla". La voce solista in chiave soul di Weller è fantastica, Cradock offre un ottimo lavoro alla chitarra acustica e l'intervento di sax contralto di Kevin Hayes è sublime.
La versione di "Handouts in the Rain" di Richie Havens del 2002 è delicata e fascinosa, nobilitata dal duetto che vede al confronto Weller con il cantautore irlandese Declan O'Rourke.
Non sono da meno la cover di "El Dorado", originariamente scritta da Eamon Friel per un film di metà anni '80 intitolato The Best Man, con Noel Gallagher e Cradock che si esibiscono in modo impressionante alla chitarra acustica, e quella di "White Line Fever", un brano del 1971 dei Flying Burrito Brothers, scritto da Merle Haggard, e riletto da Weller attraverso una deliziosa atmosfera country-rock, che vanta alla pedal steel guitar la presenza di Chris Hillman (solo omonimo di Chris Hillman dei Byrds e dei Flying Burrito Brothers).
Robert
Plant è ospite nella splendida versione del brano del 1971 di Hamish
Imlach, "Clive's Song". Plant condivide parte della voce solista con
Weller e si cimenta anche in un impressionante break blues con
l'armonica.
Ray Davies scrisse nel 1971 "Nobody's Fool" per l'album Muswell Hillbillies dei Kinks Un demo del brano fu registrato, ma non apparve su quell'album. Weller, che è un grande fan del lavoro di Davies, la recupera e le rende giustizia con la sua fantastica voce e un avvolgente arrangiamento archi, punteggiato dall’ottima prova di Cradock al pianoforte. Splendida è anche l’interpretazione del brano del 1975 "One Last Cold Kiss" della cantautrice irlandese Christy Moore, che vede Weller duettare alla voce solista con Amelia Coburn. Da citare anche la cover di "I Started a Joke" dei Bee Gees, anno domini del 1968, probabilmente il brano più noto dell'album, reso ancora più vellutato dalla voce rilassata di Weller, e quella di "Pinball", brano del 1974 a firma Brian Protheroe, in cui in primo piano emerge la splendida linea di basso di Cradock e un bel tocco di sax a opera di Jacko Peake, membro della backing band di Weller.
Se per molti artisti, un album di cover è solo un intermezzo, un ripiego (da far fruttare economicamente), tra opere originali, per Weller si tratta, invece, di riscoprire e dare nuova linfa vitale a canzoni che sarebbero rimaste a fluttuare nell’oblio. Il risultato è un album intrigante dal punto di vista del lavoro filologico e di grandissima piacevolezza all’ascolto.
Voto: 7
Genere: Rock, Pop, Folk
Blackswan, venerdì 03/10/2025
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