lunedì 17 giugno 2019

IL MEGLIO DEL PEGGIO




Il PD non smette mai di regalarci emozioni. Prima ci siamo sorbiti D'Alema e la famigerata Bicamerale e una debole, debolissima, quasi impercettibile opposizione a Silvietto. Poi qualche segnale di vita con Romano Prodi per arrivare al periodo aureo della "riscossa" a opera del Rottamatore fiorentino con la fulminea scalata da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi. Matteo da Rignano, con spirito di revanscismo, circondato da una corte di yes man, e' riuscito laddove l'ex Cavaliere aveva fallito. Ha spostato la barra verso destra tradendo i principi ispiratori della sinistra, ha flirtato con i poteri forti, ha smantellato definitivamente lo Statuto dei lavoratori indebolendone di fatto i diritti, ha favorito le banche e in ultimo ha tentato di stravolgere la Costituzione. Salvo poi perdere e andarsene via col pallone. E non è tutto: da lungimirante statista qual è, ha evitato come la peste il dialogo con i 5 Stelle per godersi lo "spettacolo" mangiando pop corn e consegnarci alla Lega di Salvini. Non ancora pago della rovina del PD, si diletta ancora a dare la patente del cialtrone all'avversario o del cerimoniere al Premier in carica. Per rispondere alle ultime esternazioni velenose del senatore di Rignano sull'Arno, se c'è qualcuno che crea imbarazzo non è Giuseppe Conte ma Luca Lotti, fedelissimo renziano nonché ex Ministro dello Sport. Lo scandalo delle riunioni notturne in hotel con alcuni consiglieri del Csm non fa altro che gettare discredito su una classe politica che andrebbe mandata a casa. L'episodio in se' non meraviglia più di tanto ma è qualcosa che va al di là del comportamento del singolo individuo. È un habitus mentale che ormai sta contrassegnando la nostra politica e rischia di diventare normalità. Se i nuovi protagonisti non prendono le necessarie distanze e non iniziano seriamente un percorso di rinnovamento morale, moriremo salviniani.

Cleopatra, lunedì 17/06/2019

sabato 15 giugno 2019

PREVIEW




Le Sleater-Kinney condividono oggi “The Future Is Here”, secondo brano tratto dall’imminente nuovo album The Center Won’t Hold, prodotto da St. Vincent e in uscita il 30 agosto via Caroline International (disponibile dal 16 agosto in USA/UK e in digitale).
Il trio si esibirà al The Tonight Show Starring Jimmy Fallon su NBC il 19 giugno.
The Center Won’t Hold è il decimo album dell’iconico trio formato da Carrie Brownstein (chitarra, voce), Corin Tucker (chitarra, voce) e Janet Weiss (batteria). Brownstein afferma, “Mescoliamo sempre il personale e il politico, ma in questo album, nonostante il pensiero fisso sulla politica, abbiamo pensato maggiormente all’individuo – noi stesse o versioni di noi stesse, o il ripetersi di depressione o solitudine – nel bel mezzo del caos”. Weiss aggiunge, “Penso che per Carrie e Corin sia stato liberatorio esplorare una nuova gamma di suoni. Annie (St. Vincent) ha moltissima esperienza nel creare musica con tastiere e synth quindi è stata un’ottima guida nell’aiutarci a dare un senso a questo nuovo paesaggio, continuando comunque a mantenere il nostro sound”. Tucker afferma The Center Won’t Hold ti porta nel catastrofico mondo delle elezioni. È quasi una dichiarazione d’intenti, alla fine di quella canzone è come se la band trovasse il proprio spazio uscendo da quel mondo e diventando una rock band.”
Il 09 ottobre le Sleater-Kinney partiranno per un esteso tour statunitense, per poi toccare l’Europa con una data alla O2 Academy Brixton di Londra. Per maggiori informazioni, visita: https://www.sleater-kinney.com/.





Blackswan, sabato 15/06/2019

venerdì 14 giugno 2019

STEVIE NICKS - STAND BACK 1981 - 2017 (Rhino, 2019)

Difficile aggiungere qualcosa di nuovo ai fiumi d’inchiostro che sulla figura di Stevie Nicks si sono spesi nel corso del tempo. Donna e cantante fascinosa, voce e fisico voluttuosi, autentica icona rock, in quasi mezzo secolo di attività, ha portato i Fleetwood Mac sul tetto del mondo e ha dato vita a una fruttuosa carriera solista, non sempre centrata, forse, ma comunque degna di nota, come testimoniano più di centoquaranta milioni di dischi venduti complessivamente.
Forse non ci sarebbe stato da aggiungere nemmeno quest’ulteriore capitolo, visto che di best of sulla sua produzione solista ne erano già stati pubblicati tre, l’ultimo dei quali, vado a memoria, nel 2007. Questa nuova raccolta della Rhino, uscita per celebrare la fresca seconda ammissione (la prima era avvenuta con i Fleetwood Mac) di Stevie Nicks nella Rock And Roll Of Fame, possiede il plus di spingersi fino a coprire gli ultimi anni di carriera dell’ormai settantenne cantante, ed esce in versione cd singolo, in versione deluxe con tre cd e in versione vinile, con un box di sei dischi.
Inutile dirlo, la versione deluxe è di sicuro quella più appetitosa, e con un sovrapprezzo non eccessivo è possibile portarsi a casa un cofanetto di sicuro interesse, soprattutto per chi conosce poco la Nicks solista.
Il primo cd, è un vero e proprio greatest hits, contenente un filotto di canzoni votate a un pop rock adulto e melodico, alcune delle quali, oltre a essere bellissime (Edge Of Seventeen, Rooms On Fire, Blue Denim, Secrets Love), ebbero anche un notevole ritorno commerciale (si pensi che il solo Bella Donna del 1981 vendette più di quattro milioni di copie).
Il secondo cd è ancora più interessante e contiene collaborazioni e duetti, alcuni dei quali davvero pregevoli. Inutile citare l’immensa, e ovviamente immancabile, Stop Draggin’ My Heart Around con Tom Petty (Petty e i suoi Heartbreakers compaiono spesso in questa raccolta, anche in ordine sparso), ma è invece opportuno segnalare il contributo della Nicks a Sound City – Real To Reel (progetto di Dave Grohl del 2013) con You Can’t Fix This, il duetto con Lana Del Rey con Beautiful People Beautiful Problems (da Lust For Life del 2017) e l’inconsueta Santa Claus Is Coming To Town eseguita insieme a Chris Isaak. E questo, solo per citarne alcune delle diciotto canzoni ricomprese in questo secondo disco.
Il terzo e ultimo cd, invece, raccoglie performance dal vivo, che toccano anche il repertorio Fleetwood Mac (Dreams, Sara, Rhiannon) e che regalano autentiche chicche (una Rock ‘n’ Roll dei Led Zeppelin) e brani che hanno fatto parte della colonna sonora di alcuni film.
Un packaging elegante e un booklet con poche foto, ma belle, completano il cofanetto, consigliato vivamente a chi a vuole farsi un’idea della Nicks fuori dalla casa madre Fleetwood Mac, o a chi, come il sottoscritto, non resiste alla tentazione di possedere ogni silgola nota suonata da una delle figure più carismatiche del pop rock americano degli ultimi cinquant’anni. 

VOTO: 8





Blackswan, venerdì 14/06/2019

giovedì 13 giugno 2019

LEFT LANE CRUISER - SHAKE AND BAKE (Alive Records, 2019)

Diciamoci la verità: è impossibile non amare questi due cialtroni, che da più di un decennio continuano a scorticare il blues con un’attitudine garagista che non fa sconti. Sono dei cazzari sinceri e schietti, inutile girarci intorno, che fanno di una vibrante genuinità il loro punto di forza. E poco importa se sono prevedibili e originali come un missionario durante il coito. La loro formula è immutabile da dieci album a questa parte (undici, con Shake And Bake), eppure, ogni volta, ci troviamo ad esclamare: Mamma mia! Che disco!
Originari dell’Indiana, Joe Evans IV (chitarra e voce) e Peter Dio (batteria) si inseriscono in quel filone che vanta nomi di spessore, quali White Stripes e Black Keys. Eppure con queste due band, i Left Lane Cruiser condividono solo la scarna line up e l’amore per il blues. Perché queste dieci tracce, potenti, urticanti e selvagge, rifuggono ogni logica commerciale e schizzano in sorpasso, sulla corsia di sinistra, incuranti dei limiti di velocità imposti dal codice della strada.
Insensibili a ogni forma di melodia (che non sia quella sghemba, alticcia e impolverata di Breaking You Down), Evans e Dio continuano con tenacia a pagare il loro debito di riconoscenza verso autentiche leggende come Junior Kimbrough e R.L. Burnside, e lo fanno con la consueta visione, che se da un lato guarda con filologico amore all’essenza del blues,  dall’altro utilizza gli strumenti più rumorosi e sguaiti del punk rock e un’estetica di pick up, cappellini da baseball e bottiglioni di bourbon propria del country.
Riff pesantissimi e monocordi, una batteria tritatutto e la voce di Evans, un Lemmy affetto da un serio problema di laringite, sono marchi di fabbrica immutabili nel tempo, eppure ancora clamorosamente efficaci. Così, anche se prima ancora di inserire il disco nel lettore, si sa già come andrà a finire, Shake And Bake esplode in tutta la sua sgraziata potenza, facendoci godere come ricci.
Alzate il volume dello stereo e non fatevi troppe domande: tanto fin dall’opener Two Dollar Elvis, che utilizza sciabolate slide e il grimaldello del funky per aprire le porte di casa Left Lane Cruiser, ogni risposta è data.
Quindi, godetevi la furia della title track, il riff martellante di Smoke Keep Rising, il passo cadenzato e hard di Sweet Love To Shine o i sudici echi sabatthiani di The Waltz, con la consapevolezza che se anche avete già ascoltato queste canzoni nei precedenti album, i due ragazzi dell’Indiana posseggono la potenza di tiro giusta per farvi sembrare tutto come fosse nuovo di pacca.
Mamma mia! Che disco!

VOTO: 7,5





Blackswan, giovedì 13/06/2019 

mercoledì 12 giugno 2019

PREVIEW




Alla fine del 2018 Bill Ryder-Jones ha pubblicato il suo quarto album Yawn. Oggi ne annuncia una versione più intima al piano, dal titolo ispirato ai The Beach Boys, Yawny Yawn, in uscita il 26 luglio su Domino, in vinile edizione limitata e in digitale.
Bill Ryder-Jones afferma, “Non ricordo perché ho pensato che fosse una buona idea fare una versione al piano di Yawn. Ad un certo punto ho pensato che l’originale avesse troppo vigore. È stato divertente farlo anche se ho iniziato ad odiare l’aspetto delle mie mani.”
Così come Yawn, anche Yawny Yawn vede in copertina una foto di famiglia. Bill aggiunge, “Questa foto sembrava dovesse finire sulla copertina di un album. Mentre sulla copertina di Yawn c’è mio fratello in primo piano ed io e la babysitter sullo sfondo,  su quella per Yawny Yawn ci sono io a tre anni che suono la tastiera a casa di mia zia.”
Polistrumentista, produttore, arrangiatore e compositore Bill Ryder-Jones nel 2011 ha pubblicato l’album If…, interpretando “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino, in seguito A Bad Wind Blows In My Heart nel 2013, l’acclamato West Kirby County Primary nel 2015 e Yawn nel 2018. Bill ha cercato sempre di allargare i suoi orizzonti aggiungendo un senso di autenticità, intimità e sarcasmo alla sua musica.
Oltre ad una serie di festival estivi tra cui Glastonbury e Green Man, Bill a settembre partirà per un tour in supporto a Yawny Yawn





Blackswan, mercoledì 12/06/2019