martedì 9 agosto 2011

IL VOLTO DELLA CIVILTA'

 Ricevo da Cleopatra e integralmente pubblico:

Qualche settimana fa,è apparso sui giornali il volto di una donna.Ameneh Bahrami.
La sua storia incarna l'esempio di un islam oltranzista e totalitario in cui violenza e sopraffazione si alternano in nome di una concezione arcaica che considera la superiorità maschile come valore assoluto.
Ameneh ha condonato la pena prevista dalla Sharia ( legge islamica )al proprio aggressore che,nel 2004,l'aveva sfigurata con l'acido procurandole la perdita irrimediabile della vista.
Nel 2008,la fatwa (sentenza ) pronunciata dai capi religiosi le ha concesso la possibilità di "rivalersi" nei confronti del suo carnefice con le stesse modalità dell'aggressione subita.
La colpa di Ameneh? L'avere respinto il pretendente divenuto successivamente autore di un abominevole quanto riprovevole gesto.
Ameneh è iraniana.E la violenza di cui è stata vittima non ha bandiera.
La sua storia accomuna quella di tante donne che subiscono un destino crudele con abnegazione.
Esistono paesi in cui una riunione familiare decide la sorte della propria figlia o sorella,rea di avere avuto il coraggio di infrangere vecchi e nuovi fondamentalismi.
Pensiamo a stati come Bangladesh,India o Pakistan in cui le donne vengono talvolta percosse,arse vive,vetrioleggiate,mutilate e lapidate.
In questi contesti,la donna è ancora inquadrata in un ambito patriarcale nel quale la sottomissione - prima al padre,poi al marito - trova la sua massima espressione.
Tanto per esemplificare,in alcuni villaggi la verginità di una ragazza è prerogativa dell'intera famiglia,persino della collettività. 
Pare,dunque,naturale considerare il matrimonio forzato o combinato una via di uscita.Nessuno osa ribellarsi.Perchè non c'è altro posto dove vivere se non a casa del padre o del marito.Vivere da sole è inconcepibile.
Il maltrattamento della donna è stato ben rappresentato nel cortometraggio diretto da Theo van Gogh intitolato " Submission " ispirato dall'omonimo llbro scritto da una donna coraggiosa,Ayaan Hirsi Ali,fuggita dalla Somalia e divenuta parlamentare in Olanda.Un film-denuncia contro l'oppressione femminile nel mondo.
Non dimentichiamo la sua testimonianza.E non dimentichiamoci di Ameneh,del suo esempio,della sua forza d'animo.
L'effetto dirompente del suo perdono ha inferto un colpo a costumi,consuetudini e assetti consolidati trasformando la mortificazione del corpo femminile in una speranza di rinascita e riscatto collettiva.   
 
Cleopatra.

2 commenti:

Offhegoes ha detto...

La vera forza e' nel saper perdonare.
Mi ricorda una scena di Shindler List

Ameneh e' un esempio per tutta l'umanita'.

Anonimo ha detto...

Avevo letto anche io la storia di Ameneh e mi aveva colpito molto.Da un lato,la banalità del male coi suoi meccanismi di causa effetto che potrebbero non avere mai fine e produrre un effetto domino di abomini;dall'altro un gesto tanto semplice nella dinamica ( astenersi dalla vendetta ),quanto al contempo colpesso nei contenuti.Perchè al perdono di Ameneh si arriva,credo,tramite un percorso travagliato da tanti sentimenti confliggenti:la sofferenza ( fisica e morale ),la frustrazione,l'orrore per una legge di belluina ferocia,l'empatia verso il carnefice,la speranza universale insita nella rinuncia al male.

Blackswan