giovedì 9 agosto 2012

THE DEAD WEATHER - SEA OF COWARDS

Quel che è certo è che Jack White ha venduto l'anima al diavolo.Come Robert Johnson, anche White ha avuto la sua mezzanotte, il suo croceva desolato e il suo uomo in nero, il suo Ike Zinnerman. Donami il talento, Ike, instilla in me il seme della rivoluzione, conduci le mie visioni ai confini, regala alla mia chitarra il passo lento e feroce del blues, e quando verrà il momento, mi accompagnerai all'inferno. L’anima a pagare il prezzo del genio, le fiamme dell’Ade che bruceranno sulla pelle come su questa terra i dardi infuocati di sanguigni e furibondi riff. Dev’essere successo proprio così, dal momento che il ragazzo di Detroit da anni declina la grammatica del Delta con le ruvide  movenze di un dandy bianco, cialtrone quanto basta per vestire di romanticismo le fattezze garage di un rock suonato allo spasmo.Non è un caso che il golden boy dell’indie abbia moltiplicato le occasioni per  esprimere il proprio talento, celandolo altresì sotto molteplici spoglie: coi deceduti White Stripes, con i The Raconteurs, coi Dead Weather e ora anche da solo. E' il suo dono e la sua missione, in cambio della quale White ha preferito Belzebù a Dio, per regalare a noi mortali una musica che attraversa il tempo, i dischi e le band come vagoni di un treno in corsa verso un’ultima fermata di sulfurea immortalità. Era passato un lampo dal disco d'esordio dei Dead Weather, nemmeno il tempo di stupirsi per Horehound , che Sea of Cowards  arrivava a raccontare il secondo episodio di questa saga nata quasi per caso, eppure così efficace da far pensare a numerosi futuri capitoli. Succede così quando la creatività tracima: idee a bizzeffe, irrequietezza fisica e mentale, canzoni scritte con l'urgenza di chi è costretto a sfruttare il tocco del diavolo finchè morte non lo separi dal plettro. Cantava Robert Johnson : " Devo correre. Il blues viene giù come grandine ".




Sembra proprio una corsa, quella di Jack White fra i suoi innumerevoli progetti: una corsa contro il tempo per celebrare tutta la musica che ha in testa e non lasciar dietro nemmeno una nota. Canzoni come se grandinasse, questa è la sensazione: la furia degli elementi in Sea of Cowards intride ogni riff di chitarra, ogni stacco di batteria, il pulsare lascivo del basso. La grandine piove dal cielo con forza irruente e devastante.Gli anni '70, gli Zep,il Mississippi, gli Stones più sguaiati, il garage e una summa di blues moderno, isterico, icastico, che procede per strappi e convulsioni, extrasistole del cuore e della mente. Petting duro con l'hip hop, sguardo seducente su certe ritmiche dub, incestuosa attrazione verso il rock dei padri.Tutto in queste canzoni trasuda pornografia, quasi che suonarle equivalesse a fare sesso estremo con una sconosciuta nei bagni di una discoteca.Con le luci al neon a farti girare le pupille, la musica che rimbomba con perfidia nelle tempie strafatte di acido e il rumore della gente che ti passa a un metro dal cazzo. Un'orgia psichedelica, una notte stonata e senza fine, riff di chitarra a randellarci lo stomaco, e la voce luciferina di Alison Mosshart che si infila nelle orecchie come una lingua voluttuosa e senza freni. Il diavolo quando promette fa le cose in grande.Non fosse altro che per fottere l'ennesima ascensione in Paradiso di qualche angelo del pop che imperversa nei supermercati della musica. Ecco allora quell'incipit clamoroso, ad alto voltaggio di umori, che porta il nome di  Blue Blood Blues, versione destrutturata e anfetaminica dei Led Zeppelin più scarni; ecco il ghigno beffardo di I'm Mad , sbilenco e inquietante nel drumming monocromatico in quattroquarti e nelle perversioni vocali della Mosshart; ecco la lucida follia di  No horse che pesca un riff  in odore di Alice in Chains e la ritmica malata da qualche follia di Diamanda Galas.Tutto di queste canzoni odora dell’afrore selvaggio di un orgasmo, frettoloso,  promiscuo, intenso. L’urgenza dopo mesi di forzata astinenza. L’urgenza del sesso, del blues e di una musica da suonare con il fiato del diavolo che soffia sul collo. Come un treno in corsa, dritto verso l'inferno.
 



Blackswan, giovedì 09/08/2012

14 commenti:

Cirano ha detto...

peccato youtube abbia eliminato il video ricaricalo!!!

Nella Crosiglia ha detto...

La mia ignoranza regna sovrana......

Blackswan ha detto...

@ Cirano : Grazie per la segnalazione. Ho il pc che fa le bizze e non ho potuto verificare il filmato. L'ho modificato, comunque

@ Nella : Non è mai troppo tardi.Procurati i loro due dischi: sono bellissimi :)

Unknown ha detto...

Grazie x il bellissimo post...ma in effetti ci sono certi album che invogliano veramente a scrivere.
Come fa il blues ad essere ancora la colonna sonora ideale x questi anni '10? Jack forse lo sa, per questo suona e scrive in quel modo.

Irriverent Escapade ha detto...

Mi.aggrego a Nella...certo che il post incuriosisce. Parto in caccia !

Irriverent Escapade ha detto...

Merito di un paio di frasi di questo ottimo post e sono partita per la caccia. Sei stato talmdeente preso e coinvolgente che non potevo non provare anch'io. Imbattendomi quasi per caso in "Treat me like your mother" ho trovato la declinazione della grammatica del Delta e mi ci sono abbandonata con fiducia. La voce luciferina di Mosshart e lampi psichedelici mi hanno graffiato e sbattuto di qua e di la'...Deciso: parto da Horehound, mi sento troppo pigra per un doppio loop sulle montagne russe

Baol ha detto...

Anche secondo me ha venduto l'anima al diavolo e quest'ultimo suona la batteria con lui negli stripes...

Massi ha detto...

Sulla faccenda dell'anima non mi meraviglierei, così come non mi meraviglierei se questo non fosse un signor disco che è da un pò che non ascolto

Adriano Maini ha detto...

Anche in questo caso, nello stretto non ne sapevo niente, ma una volta di più la tua prosa impetuosa mi ha fatto cavalcare in luoghi USA a me cari per tanti romanzi.

lozirion ha detto...

Io con White ho un rapporto strano, sono convinto, ne ho la quasi certezza, che sia un vero e proprio genio, di quelli che la gente si ricorda anche dopo cent'anni che sono morti, e nel complesso non mi delude praticamente mai, però non so perchè ma ogni volta che metto su un suo disco, che siano gli white stripes, i Dead weather o qualunque altro dei suoi 700.000 progetti paralleli, non so perchè ma ho sempre la sensazione che lo si debba prendere coi guanti e che la delusione sia dietro l'angolo, per ora, fortunatamente, mi sono sbagliato.... ^_^

m4ry ha detto...

Il pezzo è una bomba..ma mi servirebbe l'intero disco..se regala anche sono un decimo delle sensazioni che hai descritto..beh, sarebbe perfetto per me..è proprio ciò che mi vorrebbe :D !

George ha detto...

Non lo amo alla follia, ma il tuo pezzo mi fa un po' ricredere.

m4ry ha detto...

Errata corrige : mi ci vorrebbe :)
Mi era scappato il "ci" :D

Bartolo Federico ha detto...

il blues per me è un altra cosa,tutt'altra cosa .il diavolo non se lo caga neppure questo furbone.perdonami Black.