Sembrava incredibile
che uno dei più grandi musicisti e compositori del secolo scorso, in
attività fin dal lontano 1965, si fosse limitato a un solo live in più di
quarant'anni di carriera. L'unica testimonianza di Cooder on stage, infatti, si
intitola Show Time, è stato pubblicato nel lontano 1977, e
contiene registrazioni tratte da due live act tenutisi al Great American
Music Hall di San Francisco, le notti del 14 e 15 dicembre del 1976. Oggi, a
distanza di ben 36 anni, l'immenso chitarrista di Santa Monica torna finalmente
con un nuovo disco dal vivo e, guarda caso, registrato ancora a San
Francisco e ancora nello stesso teatro, questa volta però il 31 agosto e il 1
settembre del 2011. Della line up di quel lontano show del '77 ci sono
nuovamente Flaco Jimenez (alla fisarmonica) e Terry Evans (ai cori), che nello
specifico vanno a integrare un numerosissimo parterre de roi, composto dai
Corridos Famosos (tra cui anche Joachim Cooder alla batteria e
Robert Francis al basso) e La Banda Juvenil, big band messicana di dieci
elementi che aveva già acconpagnato Cooder nella registrazione dell'ottimo Pull
Up Some Dust And Sit Down (2011). In scaletta, alcuni classici già presenti nel
disco del 1977 (Volver,Volver, School Is Out, The Dark End Of The Street), brani
più recenti (il reggae'n'gospel sincopato e tarantolato di Lord Tell Me
Why) e alcune cover, tra cui la celeberrima Goodnight Irene, traditional
portato al successo da Leadbelly, e uan rilettura in
chiave elettrica di Vigilante Man di Woody Guthrie, con la chitarra di Ry davvero sugli
scudi. Tuttavia, non è solo un filotto di canzoni strepitose, che fondono in un
abbraccio indissolubile rock, americana, blues e folk mariachi, a rapirci tanto
il cuore quanto le orecchie. Ciò che davvero incanta di questo live denso,
umorale, e variegatissimo, è la caratura tecnica dei musicisti all'opera e l'inaudita qualità dell'esecuzione. In queste dodici
tracce infatti ci sono proprio tutti gli elementi che rende leggendaria una performance
live: un suono calibrato e impetuoso, la perfetta coesione e
interazione fra tutti i componenti della band, una tecnica mostruosa
(d'altra parte, stiamo parlando di gente che suona con Ry Cooder, mica pizza e fichi), e
soprattutto un trasporto e un'intensità tali, da trasformare in momenti di
gioioso ascolto anche le pause fra un brano e l'altro, quando Ry presenta le
canzoni e scherza col pubblico. Live in San Francisco contiene numerosi
episodi davvero indimenticabili (tra gli altri, The Dark End Of The
Street, Wooly Bully e la graffiante Crazy 'bout an Automobile), tanto che, se
volessimo abbandonarci al compiacimento dell'iperbole, verrebbe da dire che
questo è uno dei dischi live più belli del nuovo millennio. Dal momento invece che voglio mantenere un profilo decisamnete più basso, chioso la
recensione parafrasando una fulminante battuta usata da Carlo Verdone in
una mitica scena del film Io e Mia Sorella: "n'artro pianeta!". Le canzoni, Ry Cooder e questo disco.
VOTO :
9,5
(mezzo voto in meno solo perchè non è un album di canzoni nuove di pacca)
Blackswan, venerdì 20/09/2013
2 commenti:
Il tuo 9,5(raro..) e l'entusiasmo con il quale ne parli, associati all'ascolto di questa versione di Lord Tell Me Why, e al fatto che Ry Cooder è fra i miei preferiti, mi ha fatto venire di la voglia di ascoltarlo.Vedo di provvedere..
Grazie mille!
@ Mr Hyde : il disco è davvero favoloso, suonato da dio, emozionante, intenso. A mio avviso, davvero da non perdere.
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