Genere : Nu Metal
Periodo di Attività : 1995 – 2006 / 2011 – in attività
Serj Tankian (voce), Daron Malakian (chitarra) e
Shavo Odadjian (basso) si conoscono nel 1992 in uno studio dove stanno registrando
con le rispettive band. I tre scoprono di avere molte cose in comune : hanno
frequentato la stessa scuola da bambini (Rose and Alex Pilibos Armenian School),
sono armeni discendenti da superstiti del genocidio del 1915, e a tutti e tre
piace da morire la musica degli Slayer. In quattro e quatr’otto, mettono in
piedi una band, i Soil, con Odadjian nel ruolo di manager e Dave Hakopyan al
basso e Domingo "Dingo" Laranio alla batteria. Quando Hakopyan e
Lanario se ne vanno, Odadjian diventa il bassista, dietro i tamburi si siede
Ontronick Khachaturian e il gruppo cambia nome. Nascono i System Of A Down,
chiamati così per un poema scritto da Tankian, Victims Of A Down, a cui
Odadjian però sostituisce la parola victims con system. Il motivo ? Comparire
nelle enciclopedie rock il più vicino possibile agli Slayer, gruppo che i quattro
ragazzi armeni adorano. Tuttavia, la musica dei Soad si discosta un bel po’ dal
trash metal monolitico di Tom Araya & Co. Certo, si sente che gli Slayer
hanno influenzato il suono, ma nelle canzoni di Tankian e Malakian si percepiscono
anche echi dai Suicidal Tendencies, dai Primus e dai Korn, e si apprezza una maggiore
attenzione alla melodia e il tentativo di uscire dagli schemi convenzionali della
canzone. Tankian poi scrive testi poetici e impegnati politicamente (tutti
fanno parte dell’organizzazione non profit Axis Of Justice) e la tradizione
folkloristica armena ritorna con insistenza a dare un tocco atipico e
inconsueto alle composizioni. Suonano strano, i System Of Down, così strano che
quando Rick Rubin li ascolta per la prima volta va letteralmente fuori di testa
e si impegna a produrre il primo disco della band.
System Of A Down (1998, voto : 8) piomba sul mercato discografico
con lo stesso effetto devastante che potrebbe avere uno stupratore seriale in
un convento di monache di clausura. Registrato in modo da dar la sensazione
della performance live, il primo album dei ragazzi armeni dispiega una batteria
di mortai ad alzo zero : trash e speed metal, punk e hard core, growling e
cantato melodico, digressioni malinconiche, improvvisi cambi tempo,
accelerazioni adrenaliniche e danze derivate dalle culture dell’Est Europa. La
partenza adrenalica di Suite Pee la dice lunga sulla potenza di fuoco di questi
ragazzi, che dimostrano però di saperci fare anche imboccando strade più
tortuose (Sugar), dilatando i tempi con ballate tesissime (Spiders) o gridando
al mondo un pacifismo arrabbiato e barricadero (War?). Il disco vende benissimo
e la miscela esplosiva di ultra violenza sonora e ragionamento sociopolitico viene
certificata da un disco d’oro. Il capolavoro è lì che aspetta dietro l’angolo :
la band è in uno stato di grazia compositiva e Rick Rubin continua ad assecondare
con le sue intuizioni l’approccio bislacco dei SOAD all’heavy metal.
Il 4
settembre del 2001 esce Toxicity (2001,
Voto : 10) e per Tankian e soci è la consacrazione universale che porta a
conquistare ben otto dischi di platino. A dodici anni esatti dalla sua
pubblicazione, Toxicity può essere considerato a buon diritto uno dei grandi
classici della "letteratura " rock del nuovo millennio. Nonostante il
secondo album dei System Of A Down appartenga per filiazione al movimento Nu
Metal, di cui rappresenta il vertice stilistico in condominio al primo, imprescindibile
lavoro dei Korn, è vero anche che la freschezza creativa, le intuizioni
compositive e l'immenso lavoro di raccordo fra diverse
sonorità partorito dal binomio Tankjan-Malakian, riuscirono a imporre
all'attenzione del grande pubblico un'idea di musica capace di scardinare i
paletti del genere e universalizzare il verbo metal.
Quattordici canzoni di breve-media durata (tutte sotto i quattro minuti a eccezione della conclusiva "Aerials ") connotate da uno stile di straniante efficacia, riconoscibile per una dicotomia spesso convergente fra esplosioni di adrenalinica violenza e aperture melodiche di inaspettata malinconia.
Quattordici canzoni di breve-media durata (tutte sotto i quattro minuti a eccezione della conclusiva "Aerials ") connotate da uno stile di straniante efficacia, riconoscibile per una dicotomia spesso convergente fra esplosioni di adrenalinica violenza e aperture melodiche di inaspettata malinconia.
Un caleidoscopio sonoro, quindi, in cui convivono sotto lo stesso
tetto, e in bizzarra simbiosi, le avanguardie estreme della new wave metal, improvvise
derapate hip-hop, affascinanti suggestioni etniche in salsa armena (la
coda strumentale della già citata " Aerials ") e strutture a incastro,
votate a un gusto teatrale a metà fra l’assurdo e il grandguignol. In questo
quadro di debordante eclettismo, domina il colore rosso intenso del canto
istrionico di Tankjan, la cui voce nasale e rutilante passa con
inquietante semplicità dall'urlo belluino al falsetto dai toni melodrammatici. "Toxicity
" si sviluppa nell'arco di quarantacinque minuti che non lasciano spazio a
riempitivi o passi falsi, denotando semmai una coesione qualitativa che permea
ogni singola traccia del disco. Tra i tanti brani che meriterebbero una
citazione, scelgo la centrale "Chop Suey!", in cui la matrice hip hop, destrutturata e schizoide, si mette al servizio di un
ritornello di inesplicabile lirismo. Il terzo disco, Steal This Album ! (2002, Voto : 7) riporta i marziani sulla terra.
Raccolta di rarità e pubblicata con cinque copertine diverse, Steal This Album
! contiene brani prevalentemente scartati durante le sessioni di Toxicity. Il
livello qualitativo e buono ma denota, effettivamente, una caduta di tensione
rispetto al precedente. Tuttavia, non mancano canzoni meritevoli di attenzione
: la ballata Roulette, risalente addirittura agli albori della band, il singolo
Innervision, che ha un ottimo riscontro commerciale, e Boom ! altro inno
antimilitarista che diventerà una delle canzoni più amate della band. I System
Of A Down spariscono dalle scene per qualche anno.
Si divertono a suonare in
qualche piccolo club e soprattutto scrivono tanta musica. Il frutto di questa
sosta prolungata sono ben ventritre canzoni che confluiscono i due dischi
pubblicati l’uno a distanza di soli sei mesi dall’altro. Mezmerise (2005, Voto : 8) e Hypnotize
(2005, Voto : 8) rilanciano sul mercato i SOAD che vendono un botta ma lo
fanno con la consueta miscela di qualità che affranca l’heavy metal da modelli
espressivi convenzionali. Non siamo ai livelli stratosferici di Toxicity, ma il
crocevia della morte creato dalle intuizioni di Tankian, Malakian e Rubin produce
risultati folgoanti : This Cocaine
Makes Me Feel Like I'm On This Song, Violent Pornography e la ballata Lost in
Hollywood, dal primo disco, Kill Rock’n’Roll, Attack, Dreaming e la
melodicissima Lonely Day, dal secondo, sono i vertici di una proposta sempre
fresca, originale, e capace di far coesistere in perfetta simbiosi speed metal,
hard core, power pop e musica etnica. Nel maggio 2006 i System of a Down
annunciarono, durante il concerto finale dell’ Ozzfest Tour, la decisione di
prendersi una pausa di qualche anno e di sciogliere quindi il gruppo. Queste le
parole di Malakian : “Non ci stiamo sciogliendo. Se fosse stato così, non
avremmo neppure partecipato all'Ozzfest. Noi ci prenderemo una lunga pausa per
fare le nostre cose. Siamo stati i System of a Down per oltre dieci anni e
penso sia salutare prenderci una pausa “. Oggi, i System sono tornati insieme e
vanno in tour a suonare il loro suggestivo heavy metal. Dal 2006, però, tutto
tace e non si sa se, e quando, vedrà la luce un nuovo album. Tankian ha dato
alla luce tre dischi solisti (Elect The
Dead, 2007, Voto : 6,5, e Imperfect Harmonies, 2010, Voto : 6, Harakiri, 2012)
che, pur vendendo bene, mancano della carica sovversiva dei lavori con i SOAD e
che non aggiungono nulla a una carriera fino ad oggi di tutto rispetto. Il
disco solista di Malakian, Scars On
Broadway (2008, Voto : 6) si è rivelato invece un flop commerciale.
DISCOGRAFIA
ESSENZIALE :
TOXICITY (2001)
Blackswan, domenica 10/11/2013
7 commenti:
mi piace !
Che magnifico album, Toxicity, mi ricorda la mia adolescenza, quando ancora non avevo il pc per ascoltare la musica che volevo su youtube. Avevo un enorme lettore cd portatile e questo era uno dei cd che ascoltavo più spesso a rotazione :D
@ Kermitilrospo : Olè ! :)
@ Rose Mel : Un disco stupendo che mi ricorda tutti i dodici anni passati dalla sua uscita. Lo ascolto sempre ed è uno dei dischi che è sempre presente sul mio ipod.
Bravissimi i System of a down :-)
Bellissimo pezzo, ne condivido in pieno i voti, con tanto di distanze dall'uno all'altro album. Per definire la grandezza della band basti dire che il loro album di scarti si becca un bel 7 in pagella. Grandissimi.
Toxicity...! Quanto lo amo! E quanto amo lui, con QUELLA VOCE. Mamma mia.
@ Niko : un gruppo fantastico !
@ Firma : è proprio così : un disco minore che suona con un buon disco di un'altra band.
@ Ade : Siamo in due ! :)
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