Car Seat Headrest è la sigla (a dir
poco stramba: poggiatesta del seggiolino dell’auto) dietro la quale si cela Will
Toledo, One Man Band originario di Williamsburg
in Virginia, oggi ventitreenne, diventato popolare negli ambienti Indie per
l’enorme mole di materiale autoprodotto diffuso in rete dalla piattaforma
Bandcamp. La sua fama cresce ulteriormente nel 2015 quando in seguito all’interessamento
della Matador esordisce in forme più tradizionali con l’album della svolta, Teens Of Style: ottima l’accoglienza di
critica e pubblico che contribuisce a fare del nome di Toledo uno dei più caldi
tra le nuove proposte del Rock americano. Ora, per Teen Of Denial, Car Seat Headrest assume una nuova fisionomia e, con
l’ingresso in pianta stabile del polistrumentista Ethan Ives, di Seth Dalby al
basso e di Andrew Katz alla batteria, assistiamo alla nascita di una band vera
e propria. Determinante in sala regia l’apporto dell’esperto Steve Fisk
produttore storico nella Seattle del Grunge (Beat Happening e Screaming Trees,
collaborazioni con Nirvana e Soundgarden).
E’ un album torrenziale Teen Of Denial (doppio nella versione in
vinile), 70 minuti in cui si dà seguito alle esperienze surreali e ai pensieri
bislacchi di Jack (alter-ego di Toledo), adolescente problematico, a suo modo
geniale. Un flusso emotivo attraversa i 12 brani come fossero i capitoli del romanzo
di formazione di un giovane slacker, perennemente sotto l'effetto disostanze alcoliche e psicotrope,
nel quale i ritratti di Van Gogh sono
utili nelle terapie antidepressive, la morte suona uno xilofono fatto di
costole umane e gli ubriachi guidano sulle interstatali in cerca di orche
assassine! Un “delirio” poetico/letterario che correda un album dal grande impatto
sonoro a testimonianza dell’avvenuta maturità, un salto di qualità che fa di
questo lavoro il migliore della discografia di Toledo e tra i più interessanti
dell’annata in corso. In Teen Of Denial si
cita, si ruba e si mescola: fonte primaria il Rock alternativo degli ultimi decenni.
Anche troppo se è vero che a Rick Ocasek il giochino non è piaciuto affatto e ha
negato il permesso per l’utilizzo del riff e del testo di Just What I Needed impedendo l’uscita imminente del disco e
costringendo Toledo a riscrive il pezzo senza nessun riferimento alla hit dei
Cars. Altissimo quindi il rischio di implodere sul proprio citazionismo, che
Toledo supera agevolmente, con la personalità del veterano e un’intelligenza compositiva
fuori dal comune.
Il disco si apre con il Punk grezzo
e sferragliante di Fill The Blank, chitarre
a pieno volume e ritornello che ti si ficca immediatamente nel cervello. Pulsazioni
elettriche introducono l’assordante Space-Rock di Vincent con tanto di fiati e synth a rimarcarne il carattere ludico.
Il trittico iniziale si chiude con la fantastica Destroyed by Hippie Powers, attacco fulminante subito stemperato in
favore di un liquido fraseggio chitarristico di scuola Television e Sonic
Youth. (Joe Gets Kicked Out Of School For
Using) Drugs With Friends (But Says This Isn't A Problem) è incredibile fin
dal titolo: ballata sconnessa ed in egual modo schizzata nella quale si
racconta del cazziatone che Gesù impartisce a Jack/Toledo dopo una colossale
sbronza! Toni rallentati e post-alcolici anche in Drunk Drivers/Killer Whales, nessun
dubbio sulla resa dal vivo del coretto che caratterizza il brano: It doesn't have to be like this / Killer
whales, killer whales / It doesn't have to be like this. 1937
State Park è il
pezzo in cui si sente di più il tocco di Steve Fisk intriso com’è di Grunge granitico
e malumori cobainiani: Sto alla larga dai
cimiteri / sono cliché della mia generazione ossessionata dalla morte. La
seconda parte del disco graffia forse meno ma piazza ugualmente un paio di
colpi formidabili. The Ballad of the
Costa Concordia (in cui si irride alle gesta del Comandante Schettino:
mi
è stata data una nave che non può governare se stessa) e la distorta Connect the Dots (The Saga of Frank Sinatra). Teen Of Denial, disco dai tanti rimandi, piacerà ai fan di
Pavement, Guided By Voices e Pixies ma anche ai ventenni di oggi che troveranno
in Will Toledo un credibile quanto beffardo cantore in cui rispecchiarsi.
VOTO: 8
Porter Stout, venerdì 22/07/2016
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