Alla veneranda età di 72 anni, non è
facile muoversi nel grande circuito del rock, mantenendo un briciolo
di credibilità (e di dignità). Ed è ancora più difficile se quel rock lo
hai costruito tu, pietra su pietra, attraverso dischi leggendari e una sei
corde tra le più innovative di sempre. Perché, poi, diciamolo pure, il
confronto con il passato sa essere sempre impietoso. Probabilmente in
pochissimi, allora, avrebbero scommesso su un nuovo disco di Jeff Beck
(l'ultimo, Emotion & Commotion, risale a sei anni fa) e ancora in meno
avrebbero sperato in un buon disco come è, invece, Loud Hailer. Che è davvero
molto, ma molto, diverso da come si sarebbe potuto immaginare: non più
l'orchestra, come nel precedente disco di cover, niente compassato rock blues,
niente troiate elettroniche. Loud Hailer è un album che tiene fede al
titolo, e suona duro, rumoroso, energico, a volte, addirittura, eccitante.
Certo, ci sono momenti più rilassati (la bellissima ballata Scared For The
Children, la meno riuscita O.I.L., e la conclusiva Shrine, brano molto sixties,
in odore di riempitivo), ma il disco è prevalentemente imparentato con un
gagliardo noise rock dagli accenti blues (e c'è anche un godibilissimo
pezzo funky: The Ballad Of The Jersey Wives). Non c'è che dire, Beck ha fatto
le cose per bene, a partire dalla scelta dei collaboratori. Ha visto suonare
due giovani e agguerrite ragazze, Carmen Vendenberg alla chitarra elettrica e
Rosie Bones al canto, ne è rimasto fulminato e le ha subito imbarcate nell'impresa.
Si è fatto co-produrre da un giovane ed emergente produttore
italiano, Filippo Cimatti, e, udite udite, ha assoldato alla sezione
ritmica Davide Sollazzi (batteria) e Giovanni Pallotti (basso), già alla corte
di Marco Mengoni (sic!). Ne è venuto fuori un disco grintoso e moderno, tanto
che, in alcuni passaggi, più che Jeff Beck vengono in mente i Dead Weather
di Jack White. Il nostro eroe, da parte sua, evita eccessivi virtuosismi (ci
sono anche quelli) e si inventa una performance rumorosa e muscolare, quasi a
voler dimostrare che, nonostante la veneranda età, gode ancora di ottima
salute. Loud Hailer non sarà certo il disco dell'anno, ma è ben lontano
dall'essere il canto del cigno di un genio in riserva di energie e prossimo
alla pensione. Si fa ascoltare e molto volentieri.
VOTO: 6,5
Blackswan, martedì 19/07/2016
2 commenti:
E bravo Jeff Beck!
@ Angelo: Oh Yes !
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