Betty
Davis: chi era costei ? Nata nel 1945 a Dhuram, North Carolina, Betty Mabry (così
il suo cognome da ragazza) a sedici anni si trasferisce a New York, dove inizia
una folgorante carriera di fotomodella e diventa amica, udite udite, di due
giovani musicisti che diventeranno icone della storia del rock: Sly Stone e
Jimi Hendrix. Nel 1967, conosce un altro signore molto famoso, che l’anno
successivo diventerà suo marito: Miles Davis. Insomma, la ragazza non si fa
mancare proprio nulla, respira musica, la studia da eccelsi maestri, frequenta
i giri che contano. Ma soprattutto, Betty presenta Hendrix a Miles Davis. Non
un particolare di scarso rilievo, se si pensa, infatti, che i due musicisti
iniziano a frequentarsi, a stimarsi e a influenzarsi a vicenda, tanto che
Bitches Brew, il meraviglioso disco di Davis che apre la stagione della fusion
ed esplora il confini estremi del jazz contaminato, è proprio figlio di questa
amicizia. Le cose, però, precipitano velocemente: Miles è innamoratissimo (le
dedica Mademoiselle Mabry, quinta traccia di Filles De Kilimanjaro, album del
1969 in cui la Davis compare anche in copertina), Betty, se dobbiamo dare
credito ai gossip dell’epoca, un po’ meno, visto che cornifica il trombettista
intrattenendo una liason molto carnale proprio con l’amico Hendrix. Ne
consegue un rapido divorzio e un altrettanto rapido trasferimento a Londra,
dove la Davis continua a posare come modella e inizia a scrivere canzoni.
Tornata negli States, la modella- cantante pubblica Betty Davis (1973), They
Say I’m Different (1974) e Nasty Gal (1975) – (ci sarebbe anche Is It Love Or
Desire? Scritto nel 1976 ma pubblicato solo nel 2009). Nessuno dei tre album
ottiene il successo commerciale sperato, e la Davis, delusa, chiude baracca,
ritirandosi definitivamente in Pennsylvania. Peccato, perché questo terzetto di
dischi è in grado si resuscitare alla vita anche un impiegato del catasto e
Nasty Gal, soprattutto, è uno dei lavori di musica nera più eccitanti che mi
sia capitato di ascoltare.
Groove pazzeschi, riff di chitarra da extrasistole,
funk corrotto da una perversa indole garage-rock, una certa attitudine punk e
tanto, tantissimo sesso. Le undici canzoni di Nasty Gal, infatti, trasudano
erotismo, è una sensazione che percepisci anche fisicamente, grazie soprattutto
alla voce selvaggia della Davis, che si muove attraverso le note con il passo
felpato di una pantera pronta all’assalto. Una voce carica di teatralità, che
sputa veleno, ringhia ed esplode in belluini ruggiti. The Columbia Years
1968-1969 raccoglie le sessioni di registrazione tenutesi
presso gli studi della Colombia durante il periodo indicato nel titolo. Un
antipasto di quello che arriverà qualche anno più tardi e a cui hanno
contribuito musicisti del calibro di Herbie Hancock, Wayne Shorter, John Mc
Laughlin, Larry Young, Harvey Brooks, Bill Cox e Mitch Mitchell, tutti amici
dell’uno o dell’altro dei mentori artistici della Davis (il disco contiene
anche registrazioni effettuate a Los Angeles in cui compare Hugh Masekela). Non
siamo di fronte a un disco imperdibile, ma semmai a un tassello fondamentale
per ricostruire l’evoluzione artistica della regina del funky. In queste
canzoni, infatti, la Davis risulta ancora un po’ acerba, esibisce una grande
voce, che però manca di quelle peculiarità che caratterizzeranno i dischi
successivi. Da custodire gelosamente fra le cose migliori di questa artista ci
sono, tuttavia, un paio di cover davvero riuscite: Politician dei Cream, qui
intitolata Politician Man, e una straordinaria reinterpretazione di Born On The
Bayou dei Creedence Clearwater Revival, che perde gli accenti swamp per
trasformarsi in un incandescente e sudatissimo funky. Il booklet, oltre a
qualche foto, contiene anche una lunga intervista rilasciata dalla Davis a John
Ballon nel 2014. Per completezza, vi segnalo che si sta girando un film sulla
vita dell’artista: il titolo sarà Nasty Gal e l’uscita nelle sale
cinematografiche è prevista per i primi mesi del 2017.
VOTO:
7
Blackswan, martedì 20/09/2016
2 commenti:
Evvai blackswan...è sempre un piacere quando i miei gusti musicali e i tuoi si incontrano, e Miss Davis oltretutto ha il merito di aver fatto avvicinare quel grande genio del marito alla musica di Jimi, Sly etc etc, e quindi in un certo senso a contribuire alla nascita del sound anni 70 di Miles.
@ Lysergicfunk: sempre bella la condivisione. Peccato che la cara Davis sia durata poco: chissà quali altre meraviglie ! :)
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