mercoledì 26 ottobre 2016

FLEETWOOD MAC – MIRAGE (EXPANDED EDITION)



Pubblicato il 18 giugno del 1982, Mirage, tredicesimo album in studio dei Fleetwood Mac, non è di certo annoverabile fra le cose più interessanti della band. Il meglio, infatti, è stato già dato. E non parlo solo dei primi anni con Peter Green al comando, ma anche della seconda fase della loro carriera, quella mainstream, per intenderci. Rumours (1977), con i suoi quaranta milioni di copie vendute, fu il successo planetario e la definitiva consacrazione commerciale della band. Il successivo e doppio, Tusk (1979), pur essendo pervaso da una certa grandeur derivata dalle vendite pazzesche del predecessore, continuò a proporre una band in grande spolvero che, nelle venti canzoni in scaletta, dimostrò di saper elaborare la materia del pop rock con intelligenza e un pizzico di innovazione. Un ottimo disco, insomma, uno dei migliori della carriera dei Mac, che si piazzò molto bene in classifica, pur senza fare gli sfracelli di Rumours. Ma fu anche l’ultima grande prova del gruppo, innervosito dal minor successo commerciale del disco e fiaccata da dispute interne e dalle prurigini della Nicks e di Buckingham, decisamente proiettati verso le rispettive carriere soliste. In tal senso, Mirage è l’album di un gruppo che non ha più molto da dire, che viaggia col pilota automatico e compone canzoni con pragmatismo commerciale e la sicurezza e l’efficienza di naviganti di lungo corso. L’inizio della fine, insomma, un ultimo episodio dignitoso, di una carriera che, da quel momento in poi, diventerà prescindibile. Inutile dire che il disco venderà comunque bene: ma la proposta si fa sempre più votata verso un soft rock di maniera che, solo in rari casi, riesce ad accendersi di sporadiche illuminazioni. Il timone è in mano saldamente a Buckingham, che scrive la maggior parte dei brani, ma le cose migliori escono dalla penna di una comunque ispirata Stevie Nicks, che cesella armonie pop in chiaro scuro, regalando ai fans un gioiello come Gipsy e il country rock radiofonico di That’s Alright. Questa expanded edition si compone dell’album completamente rimasterizzato e di un secondo cd, contenente outtakes e diverse versioni dei brani contenuti nel disco originale. Nulla per cui valga la pena fare follie, anche se un paio di outtakes (If You Were My Love e Smile At you) avrebbero meritato di finire nella scaletta di Mirage. Elegante il packaging e interessante il booklet, corredato da foto inedite e da una lunga nota introduttiva del critico musicale David Wild. 

VOTO: 6,5





Blackswan, mercoledì 26/10/2016

1 commento:

Granduca di Moletania ha detto...

Li ho sempre mal sopportati in gioventù a causa del loro successo legato ad un easy-listening (per giunta americano) che mal si accompagnava al periodo storico che il mondo stava attraversando .

Li ho riscoperti poi, quando la gioventù mi abbandona, per le loro innegabili capacità compositive e professionali.

Come dice il proverbio, mi viene il dubbio di essere sulla strada giusta per morire pompiere.

Un abbraccio.

P.S.: hai perfettamente ragione, Mirage non è il massimo ma Rumors, a riascoltarlo oggi, suona ancora splendidamente.