Nel 2016 avevamo lasciato i Left Lane Cruiser affaccendati
come non mai: la raccolta di b-sides e outtakes Beck In Black, lo split con i Watt Tombstone e il side-project King
Mud (Freddy J IV assieme a Van Campbell dei Black Diamond Heavies) che ha prodotto
lo splendido Victory Motel Sessions e
un lungo tour in patria e in Europa che terminerà a Londra il prossimo mese di
luglio. Una discografia che comincia quindi a farsi consistente, nove album in
due lustri di attività, tutti contrassegnati da una trascinante commistione di
Delta Blues e Garage/Punk che anni fa Freddy J ebbe così a descrivere: Dirty Heavy Drinking Blues! In bella
sostanza la stessa materia deflagrante che ha reso ricchi e famosi prima i
White Stripes e più recentemente i Black Keys. La novità di Claw Machine Wizard è rappresentata dal
ritorno della band ad un più essenziale power-duo, in seguito alla defezione
del bassista Joe Bent, con Freddy J alla chitarra e la conferma di Pete Dio
alle percussioni dopo l’ottimo lavoro svolto nel 2015 con Dirty Spliff Blues quando subentrò a Brenn Beck, lo storico
batterista dei Cruiser. In veste di tastierista aggiunto e produttore artistico
il rodato Jason Davis giunto così alla quarta collaborazione. Per il resto
nessun cambio di rotta, il solito tour de force sulle strade più fangose della
provincia americana alla riscoperta delle proprie tradizioni musicali, dieci
inediti in cui la band alterna energia ferina a momenti di relativo relax. Speziature
Soul fanno capolino di quando in quando comprovando le dichiarazioni pre-release
di Freddy J: “Nell’ultimo anno abbiamo
ascoltato tanto James Brown, Funkadelic e Charles Bradley”. Un’annotazione
che trova i suoi sviluppi nelle seducenti Lay
Down e Smoke Break, oppure
nell’ammiccante funkettino Burn Em Brew,
canzoni che rimandano agli anni d’oro della Stax Records arricchendo così la
tavolozza espressiva dei due fenomenali bluesman dell’Indiana. Il clima
generale del disco riconduce comunque ai lavori più anticompromissori e viscerali
dei Cruiser di inizio carriera in cui si esplicitavano maggiormente i debiti di
riconoscenza nei confronti di alcuni nomi eroici del Delta Blues come Junior
Kimbrough e R.L. Burnside e la vicinanza stilistica a musicisti a loro
contemporanei: Jon Spencer, North Mississippi Allstars, e l’altro mitico busker
del White Blues americano Seasick Steve.
Si parte come meglio non si potrebbe con la title
track, un pezzo costruito bell’apposta per far cadere gli intonaci dai soffitti
e far tremare i tavolati delle sale concerto. Attacco all’arma bianca al cuore
del Mississippi Blues sostenuto dalla frenesia elettrica della chitarra di Freddy
J e dal drumming muscolare e incessante di Pete Dio. Subito dopo le
accelerazioni Punk/Blues di The Point Is
Overflowing (una roba che potrebbero durare delle ore senza mai annoiare) e
la magnetica Booga Chaka, pezzo che
avrebbe fatto felice lo Stevie Ray Vaughan di Texas Flood, regalano la sensazione di avere tra le mani uno dei
dischi più entusiasmanti dell’anno, cosa che si concretizza con il successivo ascolto
del travolgente boogie Still Rollin (prossimamente
in tutti i best of dei Cruiser), dell’altrettanto scatenata High Maintenance e dell’evocativa Indigenous, il brano più lungo in
scaletta che chiude il programma dimostrando, anche ai puristi del Rock, che il
Punk ha saputo e sa esprimere musicisti dalla tecnica impeccabile. Claw Machine Wizard è dunque un disco da
raccomandare caldamente e, negli anni avvenire, potrebbero essere ricordato
come il migliore dei Left Lane Cruiser. Il naturale approdo di una grande band
da sempre impegnata nel lavoro di ricerca intorno alle radici della Black Music
senza mai perdere di vista la parte più rumorosa e divertente del R’n’R.
Semplice e diretto: Dirty Heavy Drinking Blues!
VOTO: 8,5
Porter Stout, venerdì 26/05/2017
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