martedì 3 luglio 2018

IAN MCGUIRE - LE ACQUE DEL NORD (Einaudi, 2018)

1859, Patrick Sumner è un giovane medico che ha servito nell'esercito inglese durante l'assedio di Delhi. Ma nel suo passato militare c'è un evento oscuro che l'ha costretto alle dimissioni e il cui ricordo lo perseguita. Rimasto senza un soldo e in fuga dai propri fantasmi, decide di imbarcarsi come chirurgo di bordo su una nave baleniera, la Volunteer.
Nel nord della baia di Baffin, tra il Canada e la Groenlandia, c'è una polinia (una zona di mare artico dal microclima particolare dove si concentrano le balene) nota come North Water: è qui che è indirizzata la Volunteer, ed è qui che il suo equipaggio scoprirà cos'è l'inferno. Del resto sembra già una nave di dannati: a bordo della baleniera, Sumner si ritrova di fronte un'umanità perduta e violenta. Ma soprattutto si ritrova di fronte un uomo brutale, che sembra essere l'incarnazione stessa del male: Henry Drax, il ramponiere.
Quando sulla nave viene ucciso un giovanissimo mozzo, primo di una serie di brutali omicidi, Sumner è costretto a guardare in faccia il suo passato e a sfidare nuovamente l'orrore. Candidato al Man Booker Prize. Inserito in ogni lista dei migliori libri dell'anno dal «New York Times» al «Wall Street Journal», passando per il «Guardian» e il «New Statesman». Bestseller sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra. Amato da Colm Tóibín, Hilary Mantel e Martin Amis. La Bbc ne farà una serie televisiva.
Insomma, McGuire ha convinto tutti, pubblico e critica, e non c'è da stupirsi. Perché in queste pagine c'è tutto quello che qualunque lettore vorrebbe trovare: avventura, emozione, suspense. Le acque del Nord è un thriller, un romanzo storico e di viaggio, un grande racconto che tiene incollati fino all'ultima pagina. Ma soprattutto è la prova di scrittura magistrale di un autore che ha trovato la sua personalissima voce letteraria guardando a Melville, Dickens, Conrad e McCarthy.

Prendere in mano un libro e tornare ragazzini, viaggiare verso un mondo lontano di terre selvagge e estreme, perdersi in un’avventura pericolosa, al limite delle nostre capacità. La fantasia che diventa reale, nello stesso modo di quando, bambini, ci immergevamo in quei romanzi di formazione che hanno costituito il nostro scheletro etico, l’approdo al mondo adulto.
Questa la prima sensazione provata dopo aver letto l’ultima pagina di Le Acque Del Nord, un romanzo che si legge tutto d’un fiato e che strega per intensità e qualità di scrittura. Un romanzo di avventura, di quelli di una volta, che inizia con un brutale omicidio, che ci porta su una baleniera in viaggio verso i mari del Nord, che vive momenti palpitanti in lande desolate e gelide, e che si chiude a Hull, in un redde rationem violento e salvifico.
Le Acque Del Nord, però, è anche un libro che racconta di un uomo assediato da lontani fantasmi, incapace di dare un senso alla propria vita, che cerca un’impossibile redenzione, quale che sia.
McGuire cita con gusto personale i grandi della letteratura, partendo ovviamente dal Moby Dick di Melville e da Cuore Di Tenebra di Joseph Conrad, e tratteggiando con vivido carattere anche quell’umanità sordida che riempiva le pagine dei romanzi sociali di Dickens. Un’umanità sempre al limite, connotata dalla contiguità con il male assoluto, violenta e priva di scrupoli, un’umanità di corpi sporchi e maleodoranti, in cui protagonista assoluta è la carne, straziata, lacerata, putrefatta, emblema di un rozzo materialismo in cui anche la luce di Dio assume solo connotati di superstizione e sterile predicazione.
C’è avventura, dunque, ci sono i colpi di scena che animano il thriller, ma c’è anche la riflessione esistenziale di un uomo che, pur guardando alla vita con cinismo disarmante e senza più speranza, è capace ancora, quando tutto intorno a lui precipita nella brutalità e nella violenza, di trovare quell’afflato etico che lo redimerà fino alla salvezza. Emozionante e scritto benissimo. Consigliato.

Blackswan, martedì 03/07/2018

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