1859,
Patrick Sumner è un giovane medico che ha servito nell'esercito inglese
durante l'assedio di Delhi. Ma nel suo passato militare c'è un evento
oscuro che l'ha costretto alle dimissioni e il cui ricordo lo
perseguita. Rimasto senza un soldo e in fuga dai propri fantasmi, decide
di imbarcarsi come chirurgo di bordo su una nave baleniera, la
Volunteer.
Nel
nord della baia di Baffin, tra il Canada e la Groenlandia, c'è una
polinia (una zona di mare artico dal microclima particolare dove si
concentrano le balene) nota come North Water: è qui che è indirizzata la
Volunteer, ed è qui che il suo equipaggio scoprirà cos'è l'inferno. Del
resto sembra già una nave di dannati: a bordo della baleniera, Sumner
si ritrova di fronte un'umanità perduta e violenta. Ma soprattutto si
ritrova di fronte un uomo brutale, che sembra essere l'incarnazione
stessa del male: Henry Drax, il ramponiere.
Quando
sulla nave viene ucciso un giovanissimo mozzo, primo di una serie di
brutali omicidi, Sumner è costretto a guardare in faccia il suo passato e
a sfidare nuovamente l'orrore. Candidato al Man Booker Prize. Inserito
in ogni lista dei migliori libri dell'anno dal «New York Times» al «Wall
Street Journal», passando per il «Guardian» e il «New Statesman».
Bestseller sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra. Amato da Colm
Tóibín, Hilary Mantel e Martin Amis. La Bbc ne farà una serie
televisiva.
Insomma,
McGuire ha convinto tutti, pubblico e critica, e non c'è da stupirsi.
Perché in queste pagine c'è tutto quello che qualunque lettore vorrebbe
trovare: avventura, emozione, suspense. Le acque del Nord è un thriller,
un romanzo storico e di viaggio, un grande racconto che tiene incollati
fino all'ultima pagina. Ma soprattutto è la prova di scrittura
magistrale di un autore che ha trovato la sua personalissima voce
letteraria guardando a Melville, Dickens, Conrad e McCarthy.
Prendere
in mano un libro e tornare ragazzini, viaggiare verso un mondo lontano
di terre selvagge e estreme, perdersi in un’avventura pericolosa, al
limite delle nostre capacità. La fantasia che diventa reale, nello
stesso modo di quando, bambini, ci immergevamo in quei romanzi di
formazione che hanno costituito il nostro scheletro etico, l’approdo al
mondo adulto.
Questa
la prima sensazione provata dopo aver letto l’ultima pagina di Le Acque
Del Nord, un romanzo che si legge tutto d’un fiato e che strega per
intensità e qualità di scrittura. Un romanzo di avventura, di quelli di
una volta, che inizia con un brutale omicidio, che ci porta su una
baleniera in viaggio verso i mari del Nord, che vive momenti palpitanti
in lande desolate e gelide, e che si chiude a Hull, in un redde rationem
violento e salvifico.
Le
Acque Del Nord, però, è anche un libro che racconta di un uomo
assediato da lontani fantasmi, incapace di dare un senso alla propria
vita, che cerca un’impossibile redenzione, quale che sia.
McGuire
cita con gusto personale i grandi della letteratura, partendo
ovviamente dal Moby Dick di Melville e da Cuore Di Tenebra di Joseph
Conrad, e tratteggiando con vivido carattere anche quell’umanità sordida
che riempiva le pagine dei romanzi sociali di Dickens. Un’umanità
sempre al limite, connotata dalla contiguità con il male assoluto,
violenta e priva di scrupoli, un’umanità di corpi sporchi e
maleodoranti, in cui protagonista assoluta è la carne, straziata,
lacerata, putrefatta, emblema di un rozzo materialismo in cui anche la
luce di Dio assume solo connotati di superstizione e sterile
predicazione.
C’è
avventura, dunque, ci sono i colpi di scena che animano il thriller, ma
c’è anche la riflessione esistenziale di un uomo che, pur guardando
alla vita con cinismo disarmante e senza più speranza, è capace ancora,
quando tutto intorno a lui precipita nella brutalità e nella violenza,
di trovare quell’afflato etico che lo redimerà fino alla salvezza.
Emozionante e scritto benissimo. Consigliato.
Blackswan, martedì 03/07/2018
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