Secondo il senatore di Scandicci i morti di Bergamo e Brescia, se
potessero parlare, ci direbbero di ripartire anche per loro. Il punto
non è tanto la ripartenza che prima o poi dovrà avvenire con la massima
prudenza, sia chiaro, (e su questo tema ci sarebbe da versare fiumi di
inchiostro, specie sulla gestione dei trasporti), quanto il fatto che al
cattivo gusto non c’è più un elementare senso di decenza. Del resto
cosa possiamo aspettarci da politici che anziché dare il buon esempio,
occupano inopinatamente l’aula di Montecitorio lanciando strali,
perlopiu’ sgangherati, contro il Governo? Altro che concordia e unità
nazionale raccomandate dal presidente Mattarella. Entrambi i Mattei
marciano separatamente per colpire uniti Giuseppe Conte e tutto
l’esecutivo. L’uno (Renzi) ha chiaramente scandito in Senato che non ha
negato i pieni poteri a Salvini per darli a un’altro. E chiosa così:
“Prima gli italiani escano di casa poi vediamo se uscire dalla
maggioranza”. In cauda venenum, insomma. Il Capitano, dal canto suo, si
improvvisa salvatore della Patria invocando l’uscita immediata dalla
reclusione forzata, come se una mattina il comitato tecnico scientifico
si sia svegliato con il piede sbagliato e dopo essersi riunito abbia
detto: “Che ne dite di chiudere in casa gli italiani?”. Quei cattivoni
degli scienziati, gli stessi contro cui il senatore di Scandicci rivolge
tutto il suo livore rivelando nientemeno competenze scientifiche del
tutto inedite. In aperta polemica con l’Organizzazione Mondiale della
Sanità che ha avanzato una previsione pessimistica in caso di un
allentamento troppo repentino delle misure di contenimento del Covid,
Matteone Renzi, eterno primo della classe, ha twittato: “Nel momento di
massima emergenza l’Italia ha avuto 4000 pazienti in terapia intensiva
per Covid. Oggi sono 1863. Dire che a giugno potrebbero esserci bisogno
addirittura di 151mila posti in terapia intensiva è FOLLE. C’è chi vuole
seminare il panico. Noi manteniamo lucidità”. Noi chi, di grazia?
Diceva Esopo che più piccola è la mente più grande è la presunzione. Nel
caso dei Mattei, ahi noi, la presunzione non conosce confini.
Cleopatra, lunedì 04/05/2020
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