E’ incomprensibile come un artista del calibro di Jon Batiste in Italia abbia così poco seguito. Musicista non facile da definire, il prodigio di New Orleans ha trovato il suo posto al sole seduto davanti a un pianoforte, e da allora si è mosso con disinvoltura tra jazz club, teatri, programmi televisivi e stadi. Attivo dalla fine degli anni ’90, ha suonato praticamente con tutti (Stevie Wonder, Willie Nelson, Lenny Kravitz, Billy Joel, etc.), ha collezionato ben cinque Grammy, un Oscar e un Golden Globe per la colonna sonora del film d’animazione Soul, esibendosi ovunque, dal Super Bowl alla Casa Bianca. Eppure, qui da noi, se lo filano in pochi, nonostante un singolo come Freedom (2022) abbia fatto il giro di tutte le radio commerciali.
L'ultimo progetto di Batiste, Big Money, conferma lo straordinario talento del songwriter americano: non è un capolavoro come il precedente We Are
(2022), ma suona semmai come una ricalibrazione, un ritorno all'essenza
delle sue radici, rielaborate come di consueto con i piedi ben piantati
nel presente.
Il titolo è volutamente ingannevole nella sua semplicità: riguarda tanto le realtà materiali della sopravvivenza in America, dove la ricchezza può costruire il futuro o svendere la democrazia alla logica del profitto, ma anche e soprattutto la moneta invisibile che ci sostiene: tradizione, creatività e amore. La nostra più grande ricchezza è energia spirituale e ne abbiamo bisogno per vivere e costruire.
Ciò che distingue Big Money dal precedente catalogo di Batiste è la sua immediatezza. Registrato in sole due settimane con il leggendario Dion "No I.D." Wilson, l'album è stato costruito più sull'istinto che sulla pianificazione. I due si conoscevano da anni, si scambiavano dischi e storie di famiglia, rendendosi conto persino di essere lontani cugini. Quando finalmente si sono chiusi in studio, le canzoni sono nate rapidamente, in solo due settimane. Quasi tutto in presa diretta.
I risultati sono grezzi e vivi, ma anche caldi e avvolgenti. Batiste, questa volta, ha utilizzato molto di più la chitarra, uno strumento che porta con sé durante i tour, per cristallizzare più facilmente abbozzi di canzone. Questo cambiamento ha dato a Big Money un'energia più sciolta e vissuta rispetto ad alcuni dei suoi lavori precedenti, più simile a un diario ritmato che a una dichiarazione meticolosamente rifinita.
Ciò
non significa che il progetto sia privo di profondità, di grandi
canzoni. "Lean On My Love" (in duetto con Andra Day) è una ballata soul
pop da capogiro, vellutato punto d’incontro seventies tra Stevie Wonder e
Bee Gees, la title track, invece, un esuberante r’n’b che pesca dagli anni ’50
ed evoca la bella copertina vintage.
Una dopo l’altra, le canzoni conquistano per la grande immediatezza, per la capacità di Batiste di ripescare la tradizione e renderla attuale, per la volontà di far divertire l’ascoltatore esattamente come si è divertito lui a suonare.
Il blues ipnotico di "Lonely Avenue" (portata al successo da Ray Charles nel 1956) in duetto con il grande Randy Newman è da brividi, così come "Maybe", ballata per pianoforte e malinconia che potrebbe essere uscita direttamente dal primo songbook di Tom Waits o la nervosa "Pinnacle", inebriante di sentori sudisti. E per sparigliare ulteriormente le carte della sua onnivora ispirazione, Batiste si cimenta con "Angels", un riuscito esperimento reggae che chiude il disco come un punto esclamativo.
La carriera di Batiste ha già attraversato così tanti mondi che può essere difficile immaginare dove non sia ancora arrivato. Big Money, tuttavia, suggerisce che il suo interesse principale sia ora quello di ridurre al minimo le cose, di abbandonarsi alla vulnerabilità e di fidarsi del proprio istinto. Nonostante la sua urgenza, Big Money non è semplicemente un grande esempio di musica impulsiva, è semmai un invito a danzare, ad abbandonarsi al potere della musica, una ricchezza che ha a che vedere con l’anima e non coi dollari. Ed è la prova che Batiste, anche all'apice del successo, si rifiuta ancora di fermarsi su un unico binario e vivere di rendita.
Voto: 8
Genere: Soul, Blues, R&B, Rock
Blackswan, giovedì 09/10/2025
Nessun commento:
Posta un commento