martedì 17 giugno 2014

DAVE ALVIN & PHIL ALVIN - COMMON GROUND




Ci sono intere pagine di storia in questo full lenght dei fratelli Alvin. In primo luogo perchè Dave e Phil, lo dico a uso e consumo di quanti fossero un pò a secco di rock a stelle e strisce, altri non sono che The Blasters, il mitico gruppo californiano che, all'inizio degli anni '80, in piena epoca punk, lanciarono il revival di quel suono tipico americano che prendeva le mosse dai ruggenti fifties, dal rock'n'roll e dal rockabilly dei padri. Suoni arcaici, certo, ma uno stile personalissimo occhieggiante all'irruenza del punk rock e intriso di uno spirito che potremmo definire neo-realista per contenuti testuali e approccio proletario. Common Ground, inoltre, può essere considerato una sorta di svolta storica nella carriera dei due, se si considera che i fratelli Alvin, i cui rapporti non sono mai stati improntati all'idillio, non suonavano insieme in studio da quasi trent'anni. La molla è scattata quando Phil, lo scorso anno, ha avuto un malore che quasi lo portava all'altro mondo. Allora, Dave, ha pensato che fosse il caso di tornare a suonare con il fratello e di fare, soprattutto, qualcosa che avesse una matrice comune, che li riavvicinasse dopo tanti anni passati a guardarsi in cagnesco. Da qui, l'idea di andare a ripescare musica nella discografia del padre, quella con cui i due giovani Alvin sono cresciuti, formando il proprio stile e i propri gusti. E siccome papà Alvin era un patito del blues (ospite fisso nella casa paterna era un certo Big Joe Turner), la scelta è caduta su un artista le cui canzoni sono stato nutrimento per la crescita dei due Blasters, e cioè Big Bill Broonzy. Anello di congiunzione fra il country blues e il blues urbano, Bill Broonzy è considerato uno dei più grandi bluesman del ventesimo secolo, uno dei primi, soprattutto, a utilizzare strumenti elettrici e a influenzare la scena di Chicago, tanto da essere stato considerato imprescindibile fonte di ispirazione anche dal grande Muddy Waters. Common Ground si compone quindi di dodici canzoni tutte a firma Broonzy, suonate in uno stile maledettamente retrò dai due fratelloni. Suoni geneticamente vintage, quindi, tra Blasters (lo spirito indomito del gruppo sembra riemergere anche in questo disco), blues classico, blues chicagoano, folk, ragtime e spruzzatine jazz: il tutto impreziosito da una gioia di suonare e da un'allegrezza interpretativa che rappresenta il vero segno distintivo dell'operazione. Come fotografie in bianco e nero di un passato che evoca però un caleidoscopio di colori e ricordi felici. Esecuzioni in punta di plettro, la voce bluesy e passionale di Phil, due chitarre gloriose, arcaiche, scintillanti. Già un piccolo classico per gli amanti del roots.

VOTO: 8,5





Blackswan, martedì 17/06/2014

2 commenti:

monty ha detto...

Dato l'amore incondizionato per
i Blasters, non potevo perderlo.
Condivido in pieno il tuo entusiasmo
e riaccendo la speranza di una
reunion ufficiale fuori tempo
massimo :)

Blackswan ha detto...

@ Monty: disco favoloso, più l'ascolto più mi piace. C'è una gioia profonda nel ritrovarsi che intride ogni nota. Discone !