mercoledì 12 dicembre 2018

SEAN K. PRESTON & THE LOADED PISTOLS - FORGIVE (Rusty Knuckles, 2018)

In copertina, avanti e retro, tre brutti ceffi, di quelli che se incontri per strada, cambi marciapiede, e un’evidente estetica da “sfida all’Ok Corral”, summa precisa di tutto quello che troverete in Forgive, nuova fatica di Sean K. Preston & The Loaded Pistols, terzetto proveniente da Baltimora, Maryland.

Non è un caso, per dire, che il disco si apra con Bamburner, epica western a tinte fosche, atmosfera da resa dei conti, la mano sul calcio della colt, il tabacco masticato e sputato nella polvere, mentre intorno è tutto un addensarsi di tensione e cattivi presagi. E’ immediato pensare ai 16 Horsepower, che su canzoni come questa hanno costruito un’intera carriera. I riferimenti stilistici del terzetto, tuttavia, pescano da un bacino decisamente più ampio, che ha come unità di misura il rock’n’roll (e il country) delle origini: Elvis Presley, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, Bill Monroe, ma anche i più recenti Cramps, Stray Cats e, perché no, Nick Cave nelle sue sfaccettature più roots.

Se è vero che gli anni ‘50 rappresentano la linfa vitale delle undici canzoni in scaletta, è altrettanto vero che la rilettura è decisamente selvatica, ispida e corroborata da un’evidente inclinazione punk’n’roll. Così, nonostante alcuni momenti veraci ma decisamente morbidi, come Homeward Bound, ballata gonfia di umori malinconici, o la conclusiva The Twister, scarna ma emozionata fino alle lacrime, Forgive procede sui binari dell’elettricità, riproponendo un suono antico, certo, ma rimasticato (e sconvolto) da una grinta e una potenza deraglianti, che si scostano dalla replica filologicamente corretta del genere.

Ain’t A Dog è una fucilata punkabilly che sembra suonata da degli Stray Cats in trip da coca e kerosene, The Decision è puro revival surf rock, concepito nella desolata umidità di un garage anni ‘60, Snakeskin Boots Boogie, sfreccia sudatissima, sgasando tra blues, ululati, assoli selvaggi e un’armonica imbizzarrita, Last Call, scelta come singolo, è un altro sanguinoso rockabilly imbastardito da furore punk, così come Regret, rincorsa a rotta di collo carburata ad anfetamine e whiskey.

Non è certo una novità, il suono proposto da Sean K. Preston e le sue pistole cariche, visto che da queste parti, anche di recente, ci sono passati in tanti (uno per tutti Jim Jones); tuttavia, questi tre rocker, possiedono carisma da vendere, e suonano credibili grazie al tiro usque ad finem delle loro canzoni e a un approccio gagliardo e senza inutili fronzoli agiografici. Assolutamente da provare.

VOTO: 7 





Blackswan, mercoledì 12/12/2018

1 commento:

giuseppe ha detto...

ma dove li trova?