In
copertina, avanti e retro, tre brutti ceffi, di quelli che se incontri
per strada, cambi marciapiede, e un’evidente estetica da “sfida all’Ok Corral”, summa precisa di tutto quello che troverete in Forgive, nuova fatica di Sean K. Preston & The Loaded Pistols, terzetto proveniente da Baltimora, Maryland.
Non è un caso, per dire, che il disco si apra con Bamburner,
epica western a tinte fosche, atmosfera da resa dei conti, la mano sul
calcio della colt, il tabacco masticato e sputato nella polvere, mentre
intorno è tutto un addensarsi di tensione e cattivi presagi. E’
immediato pensare ai 16 Horsepower, che su canzoni come questa hanno
costruito un’intera carriera. I riferimenti stilistici del terzetto,
tuttavia, pescano da un bacino decisamente più ampio, che ha come unità
di misura il rock’n’roll (e il country) delle origini: Elvis Presley,
Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, Bill Monroe, ma anche i più recenti
Cramps, Stray Cats e, perché no, Nick Cave nelle sue sfaccettature più
roots.
Se
è vero che gli anni ‘50 rappresentano la linfa vitale delle undici
canzoni in scaletta, è altrettanto vero che la rilettura è decisamente
selvatica, ispida e corroborata da un’evidente inclinazione punk’n’roll.
Così, nonostante alcuni momenti veraci ma decisamente morbidi, come Homeward Bound, ballata gonfia di umori malinconici, o la conclusiva The Twister, scarna ma emozionata fino alle lacrime, Forgive
procede sui binari dell’elettricità, riproponendo un suono antico,
certo, ma rimasticato (e sconvolto) da una grinta e una potenza
deraglianti, che si scostano dalla replica filologicamente corretta del
genere.
Ain’t A Dog è una fucilata punkabilly che sembra suonata da degli Stray Cats in trip da coca e kerosene, The Decision è puro revival surf rock, concepito nella desolata umidità di un garage anni ‘60, Snakeskin Boots Boogie, sfreccia sudatissima, sgasando tra blues, ululati, assoli selvaggi e un’armonica imbizzarrita, Last Call, scelta come singolo, è un altro sanguinoso rockabilly imbastardito da furore punk, così come Regret, rincorsa a rotta di collo carburata ad anfetamine e whiskey.
Non
è certo una novità, il suono proposto da Sean K. Preston e le sue
pistole cariche, visto che da queste parti, anche di recente, ci sono
passati in tanti (uno per tutti Jim Jones); tuttavia, questi tre rocker,
possiedono carisma da vendere, e suonano credibili grazie al tiro usque
ad finem delle loro canzoni e a un approccio gagliardo e senza inutili
fronzoli agiografici. Assolutamente da provare.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 12/12/2018
1 commento:
ma dove li trova?
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