sabato 15 dicembre 2012

COVERLAND








BILL WITHERSAIN’T NO SUNSHINEWOVEN HAND

Bill Withers è un giovane singer di belle speranze, ma ancora non vive di musica. Suona per passione, ma nella vita fa tutt’altro, è un operaio, costruisce componenti per i bagni del Boeing 747 e sviluppa il proprio talento nei ritagli di tempo. Però è’ bravo, incredibilmente bravo, tanto che riesce a strappare un contratto alla Sussex Records e a farsi produrre il disco da un guru affermatissimo quale Booker T. Jones ( quello di Green Onions, per intenderci ). Il primo singolo tratto dall’album si intitola Harlem ed è una gran bel pezzo, un crescendo r'n'b da strapparsi le mutande.
Eppure, a tutti, alla critica, ai dj e soprattutto alla gente, piace la canzone incisa sul lato B di quel 45 giri. La canzone è appunto Ain’t No Sunshine,  un soul acustico della durata di poco più di due minuti, che parla di abbandono, delle ferite dell’anima, del dolore per la fine di una relazione (Ain't no sunshine when she's gone And this house just ain't no home ). Withers la scrisse ispirandosi al film di Blake Edwards I Giorni Del Vino e Delle Rose, graffiante dramma del 1962 ( interpretato da Jack Lemmon e Lee Remick ) che racconta di un amore sofferto e ad alto contenuto alcolico. La canzone è semplice, diretta, immediata, e piace proprio per il reiterarsi del tema principale e per quella banale strofa centrale,  in cui Withers canta ripetendo per 26 volte, quasi fosse un mantra, la frase  “ I Know “.




Della canzone sono state fatte centinaia di covers e a reinterpretarla ci hanno provato tutti o quasi, da Michael Jackson a Jeff Beck, da James Taylor a Tori Amos, per arrivare addirittura ai Police. Difficile dire tra tante quale sia la più bella, ma di sicuro la più originale di queste riletture è quella dei Woven Hand, gruppo goth folk di Denver, capitanato dal “reverendo “ David Eugene Edwards e nato dalle ceneri dei mitici 16 Horsepower. Edwards spoglia Ain’t no Sunshine di ogni malinconia soul e la immerge nella pece. Ciò che ne viene fuori è tutta un’altra canzone, carica di distorsioni, di epica western e di incubi notturni. Come se la paura del buio si fosse sostituita al dolore della perdita, o come se l’assenza dell’amata si fosse trasformata nella palpabile e angosciante sensazione che la casa, adesso, sia infestata da un fantasma. 



 Blackswan, sabato 14/12/2012

13 commenti:

Unknown ha detto...

Che cover pazzesca quella dei Woven Hand, mai sentita prima d'ora.

Blackswan ha detto...

Loro sono un gruppo straordinario. E ancora meglio erano i 16 Horsepower.Meritano un trip :)

m4ry ha detto...

Canzone che adoro..cover SPETTACOLARE ! Questi W. H. devo studiarmeli un po' perché come primo impatto, mi piacciono molto.

Arte e design ha detto...

Sì, una bellissima canzone che sazia.
Ma la cover, per me, troppo noir...

Maurilio Giordana ha detto...

Non la conoscevo. Davvero molto bella. Ti segnalo però che la cover non è stata realizzata dai Police ma dal solo Sting (in versione live) nel 1991.

Bartolo Federico ha detto...

16 Horsepower grandiosi.dal cuore del blues,escono le meraviglie.

Irriverent Escapade ha detto...

Ahi ahi ahi. Una canzone del cuore.
E ad una vecchia nostalgica non devi proporre cover di Ain't no sunshine che non siano eseguite da Al Greeen o, (sforzandomi) Tom Jones.
Ovviamente Bill Withers rulez ;-)

Adriano Maini ha detto...

Una canzone bella che regge ad ogni interpretazione!

Blackswan ha detto...

@ Mary :bisogna addentrarsi nelle tenebre, ma il viaggio Woven Hand merita un pò di perversa oscurità.

@ Gioia : Effettivamente la rilettura dei Woven Hand suona un pò Gotico Americano :)

@ Maurilio : sul web l'ho sempre trovata accreditata ai Police, ma credo che abbia ragione tu.

@ Bartolo : li ho tutti !( anche dei Woven Hand ).Low Estate è in heavy rotation da anni.

@ Irriverent : cover carine ma che suonano un pò deja vu. Questa invece, mi pare, abbia un'anima nera che rende onore al pezzo.

@ Adraino : la canzone è indubbiamente resistente all'usura del tempo :)

m4ry ha detto...

@ Black : ma si, dai..tanto la perversione (emotiva) e "l'oscurità" mi accompagnano a tratti, tanto vale rigirare il coltello nella piaga..domani li cerco..

La firma cangiante ha detto...

Niente male la cover anche se dovrei ascoltarmela un po' meglio, magari in cuffia, mi sembra meriti l'approfondimento.

Insuperabile nella sua naturalezza l'originale, il pezzo dona anche quel tocco in più a commedie come Notthing Hill :)

m4ry ha detto...

Firma : E' vero..in Notthing Hill è perfetta..ecco..oggi me lo rivedo ;)

Irriverent Escapade ha detto...

@Black. infatti io, su Ain't no sunshine non cercavo niente di nuovo. Con Bill Whiters e Al Green lo struggimento esce in maniera più che efficace.